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CRONACA Scuola allagata
e denunciati i responsabili
Scoperti i teppisti della media “Primo Levi”
La polizia di Torino ha individuato e denunciato alla Procura per i minorenni cinque ragazzi, tra i 14 e i 15 anni, ritenuti responsabili degli atti vandalici compiuti domenica sera nella scuola media Primo Levi di Cascine Vica, nel Torinese. Con loro avrebbe agito un sesto ragazzino, che avendo 13 anni non è imputabile. Nessuno di loro è studente in quella scuola.
I cinque, che hanno tutti confessato dicendo di averlo fatto per gioco, devono rispondere di furto aggravato e danneggiamenti. Avevano, infatti, portato via dall’istituto due computer portatili e altri oggetti, oltre ad aver allagato tutto il primo piano dell’edificio spargendo per corridoi e aule la polvere degli estintori svuotati. La devastazione è stata tale da imporre lo slittamento dell’inizio dell’anno scolastico a giovedì prossimo.
L’operazione è stata condotta dalla polizia di Rivoli (Torino) e dalla Digos di Torino.
Uno dei ladri-vandali ha confessato alla polizia che aveva già un potenziale acquirente a cui vendere la refurtiva, un altro minorenne di 17 anni di Rivoli la cui posizione è al vaglio degli inquirenti.
Il diciassettenne si era detto disponibile ad acquistare per una cinquantina di euro i due computer, le due radio e altro materiale di minor valore rubato nella scuola. La refurtiva era stata nascosta in un cabina dell’Enel, poco distante dalla scuola, ed è stata ritrovata dalla polizia su indicazione dei ragazzi.
La decisione di compiere il raid nella prima media Primo Levi è stata presa domenica pomeriggio, quando il gruppetto, definito di giovani normali senza precedenti penali o segnalazioni alle forze dell’ordine, si è ritrovato per giocare a calcio nei giardinetti vicini alla scuola: «Abbiamo visto un buco nella rete – ha raccontato il più giovane del gruppo, il tredicenne segnalato alla Procura per i minori – e così ci è venuto in mente di entrare nella scuola. Ci stavamo annoiando e pensavamo di fare qualcosa di più emozionante. Ci siamo caricati a vicenda, iniziando a rovesciare i banchi e a tappare gli scarichi dei lavandini dei bagni. Qualcuno ha poi aperto l’acqua. A quel punto mi sono spaventato ed ho detto ai miei amici di smetterla. Ma i più grandi non hanno voluto ascoltarmi». Il gruppo ha così portato a termine la sua devastazione, fino a disegnare sui muri della presidenza con i cerotti presi in infermeria delle svastiche.
«Un gesto senza motivazioni politiche – ha spiegato il dirigente della Digos torinese – il gruppo non ha alcuna connotazione politica anche se conosce il significato del simbolo tracciato sui muri». «Abbiamo visto in televisione che in altri casi analoghi era stato tracciato e ci sembrava divertente», hanno detto i ragazzi.
Dopo il raid, i sei si sono vantati della bravata con due o tre amici che erano rimasti a giocare a pallone nei giardini e che hanno poi collaborato con la polizia per farli identificare. Quando sono stati convocati nella sede del commissariato di Rivoli, alcuni dei ragazzi sono scoppiati in lacrime, altri invece inizialmente si sono mostrati arroganti. Tutti però sono stati duramente rimproverati dai genitori esterrefatti.