Biagi se n’è andato, tranquilli
Ha ragione il grande Piero Mazzarella, l’attore, che uscendo dalla camera ardente allestita per Enzo Biagi dice ai microfoni: “Oggi ho sentito un uomo politico importante dire che di Enzo Biagi aveva stima. A me sembra veramente troppo poco. Uomini come lui li lasciano morire e sono capaci di commemorarli quando finalmente se ne sono andati, così loro si sentono più tranquilli”.
L’uomo politico che Mazzarella non nomina non è solo Silvio Berlusconi, quello dell’editto bulgaro che oggi dice: “Non c’è mai stato alcun editto bulgaro”. Ma i moltissimi altri uomini magari non politici, magari giornalisti – furbi, in carriera, apparentemente miti, affettuosamente bugiardi o anche solo poco coraggiosi – che incensano Biagi, ma intanto lo tradiscono, facendogli il torto di non rispettare la sua prima e la sua ultima volontà: testimoniare i fatti con la verità e usare i fatti per raccontarla.
Come Gianni Riotta, il furbo direttore del Tg1, che nella serata del cordoglio racconta proprio tutto di Biagi (lo chiama Enzo, lo ammira, lo incensa, gli rende omaggio) ma all’ultimo si scorda di rimandare in onda proprio l’editto bulgaro, quello che non esiste, quello che non si deve rivedere. Col quale Enzo Biagi, se avesse fatto lui il servizio sul proprio onorato addio, avrebbe iniziato il pezzo.
Il mio commento
commento di ivo serentha – lasciato il 8/11/2007 alle 21:20
Non tutti i gusti sono alla menta, su quel canale ci capito raramente e il piu’ delle volte per sbaglio.