102 anni di carcere per i no global

Dieci condanne per devastazione e saccheggio, 14 per danneggiamento aggravato e furto, e solo un assolto. È la sentenza pronunciata oggi dal Tribunale di Genova sulle violenze di strada del G8 del luglio 2001.
Fino a 11 anni di carcere
Il collegio giudicante presieduto da Marco Devoto, ha inflitto la pena più pesante, 11 anni, a Marina Cugnaschi, 41enne di Lecco, considerata dall’accusa appartenente al blocco nero che ha devastato Genova durante i giorni della manifestazione. Le altre pene più consistenti sono state chieste, in ordine all’entità, al catanese Francesco Puglisi (10 anni e 6 mesi), a Luca Finotti, di Pavia (10 anni) e al romano Alberto Funaro (9 anni). Seguono il calabrese Carlo Cuccomarino (7 anni e 10 mesi), i palermitani Antonio Valguarnera e Carlo Arculeo (rispettivamente 7 anni e 8 mesi e 7 anni e 6 mesi), i messinesi Dario Ursino Ines Morasca (rispettivamente 6 anni e 6 mesi e 6 anni), il genovese Massimiliano Monai, «l’uomo della trave» dell’assalto al defender di piazza Alimonda (5 anni), il genovese Paolo Puzolu (2 anni e 6 mesi), Paolo Dammicco di Genova (1 anno e 8 mesi), il brasiliano Fabricio De Andrade e Araujuo (1 anno e 6 mesi), il padovano Federico Da Re e l’avellinese Filippo D’avanzo e il catanese Angelo Di Pietro (1 anno e 5 mesi), il fiorentino Duccio Bonechi (1 anno e 4 mesi), il genovese Antonio Fiandra e il romano Francesco Toto (1 anno e 2 mesi), il persiano Omid Firouzi Tabar (11 mesi), il toscano Mauro Degl’Innocenti (6 mesi), Stefano Caffagnini di Parma a 5 mesi così come Domenico Ceci di Napoli. Assolta Nadia Sanna, sudafricana.
Le condanne per devastazione e saccheggio
Il reato più grave, quello di devastazione e saccheggio non è soltanto un atto illecito, ma una lesione dell’ordine pubblico: un reato contestato inizialmente in tempo di guerra e oggi, spesso, per gli scontri negli stadi. Il reato di danneggiamento, invece, è un atto illecito che tuttavia non aggrava l’ordine pubblico. La sentenza del tribunale di Genova dispone inoltre «la trasmissione degli atti al pubblico ministero» per quattro agenti, due carabinieri e due dirigenti di Ps. Si tratta di Antonio Bruno, Mario Mondelli, Paolo Fedda e Angelo Gaggiano. Per loro c’è l’ipotesi di falsa testimonianza (art. 372 del codice penale).