Era il 20 agosto del 1968 quando le truppe sovietiche e dei paesi del patto Varsavia (ad eccezione della Romania)invadevano Praga. La Cecoslovacca dal gennaio dello stesso hanno aveva inaugurato, nell’ambito del Partito Comunista, un “Socialismo dal volto umano”. Alexander Dubček era stato il maggiore fautore del rinnovamento, che consisteva in una nuova politica non sganciata da Mosca ma con maggiori libertà, quali la creazione di partiti di opposizione e introduzione della libertà di stampa.
I dirigenti sovietici intravidero nella primavera di Praga una minaccia per il regime comunista e per il patto di Varsavia, temettero un “contagio” in campo socialista. Dubcek tentò di rassicurare i sovietici, evidentemente non ci riuscì, se la notte tra il 20 e il 21 agosto del 1968 le truppe del Patto di Varsavia invasero la Cecoslovacchia.
Dubček era in una riunione del Partito Comunista Cecoslovacco, quando il premier Cernik fu avvisato dell’invasione. Era un “tipico giorno estivo, – scrive Dubček nella sua autobiografia – caldo, con un sole velato. Praga era piena di turisti, intere famiglie passeggiavano o sedevano nei parchi. La città, anzi l’intero paese era tranquillo…era impossibile pensare che nel giro di poche ore i carri armati sovietici ci avrebbero assalito”.
Per protestare contro l’invasione sovietica alcuni studenti universitari decisero di immolarsi appiccandosi il fuoco dopo essersi cosparsi di benzina. Si sacrificarono estraendo a sorte l’ordine secondo cui avrebbero dovuto immolare le loro vite. Il primo ad appiccarsi il fuoco fu Jan Palach, studente di Filosofia di 21 anni. Era il 25 gennaio 1969.
[ da Italia oggi web ] http://www.italianotizie.it/leggi.asp?idcont=982
Il regime dell’ex Unione Sovietica decise l’intervento nell’allora Cecoslovacchia, per tarpare le ali alle piccole ma risolute riforme volute da Dubcek e del parlamento,come il regime sovietico fece in Ungheria nel 1956,i movimenti di piazza furono decisi e senza timore da parte della popolazione e degli universitari,le contestazioni ebbero la tragica evoluzione nell’atto dimostrativo dello studente Jan Palach,immolatosi dandosi fuoco per la libertà e del libero pensiero del popolo ceco.
Ho visitato personalmente Praga e il luogo del suo sacrificio, lascia inevitabilmente un segno di profonda tristezza.
Purtroppo i recenti tragici avvenimenti in Cecenia e i recentissimi in Georgia,sempre da quella zona del mondo,non permettono d’essere ottimisti per il futuro.
bravo ivo, hai ricordato unico tra tutti una persona che ha fatto un gesto estremo in nome di una libertà negata quando nessuno capiva perchè
La storia qualsiasi essa sia,va raccontata,descritta,senza alcuna censura,nella mia piccolissima realtà cerco di interpretarla nel miglior modo possibile.
Saluti Pony,Ivo
Come potrei scordarmi di te????
C’è una bella torta da me che ti aspetta!!!;-)
Gnam gnam……mmmmmmmmmmm
Silvia
Grazie Silvyn,arrivo subito
mi ricordo che quando studiai la primavera di Praga mi emozionai. è stupendo come la libertà e sentimenti di cultura, possano nascere così spontaneamente, altrettanto incredibile e come la libertà di pensiero e l’espressività, siano sempre viste come minaccia dalle dittature.